Venerdì, 28 Agosto 2020 15:01

Corona Virus e Naturopatia

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Come riconoscere i sintomi da Corona Virus

Il covid 19 è ormai entrato a fare parte della nostra realtà.

Esiste uno schema, un ideal-tipo, che permette di avere una buona teoria probabilmente di capire, prima ancora di fare il tampone, se possiamo il corona virus?

E soprattutto: in che modo possiamo rafforzare il nostro organismo per essere più forti e migliorare le nostre difese immunitarie?

In riferimento alla prima domanda, fino a pochi mesi fa la risposta non era semplice perché l'aspetto più difficile da comprendere era come distinguere l'influenza dal Covid 19
Esistono inoltre, come in tutte le influenze anche virali, i cosiddetti asintomatici ovvero coloro che hanno il virus ma non manifestano nessun sintomo importante ma, contestualmente, sono in grado di poterlo trasmettere.

Per rispondere alla domanda iniziale, che in tanti ci siamo posti, sono intervenuti due studi importanti che possono essere una guida utile per capire se siamo nella situazione probabile di positività al Covid 19.

Alla fine dell'articolo poi rispondiamo alla seconda domanda ovvero: come rafforzare naturalmente le nostre difese immunitarie e il ruolo dei carotenoidi e della vitamina  D.     Franco Satta cellulare: 328/7433847

 

COMPLESSO DI CAROTENOIDE - 90 capsule

Vediamoli insieme:

 

1) La ricerca inglese dell'Università   Carl Philpott  dell'Università dell'East Anglia  in  Gran Bretagna.

Sono stati analizzati un campione di 30 volontari: 10 con covid 19, 10 con influenza (no covid) e 10 con raffreddore ma senza nessun altro sintomo. Dallo studio è emerso che la normale congestione nasale con conseguente perdita del gusto, è molto più marcata per i pazienti affetti da Covid 19, i quali addirittura non riescono a distinguere nemmeno tra amaro e dolce. Questo succede in quanto il covid 19 colpisce direttamente le cellule nervose coinvolte con l'olfatto e la sensazione del gusto.

Altre differenze che sono emerse è che la tosse, nei covid 19, è secca e persistente e anche per quanto riguarda l'incubazione del virus, mentre l'influenza è normalmente di tre giorni, quella con Covid 19 è di circa il doppio ( 6 giorni).

2) Lo studio più importante, un mio avviso, ad oggi è quello  dell'University of Southern California.

Ha preso in esame le cartelle di oltre 55 mila casi di pazienti Covid 19 in Cina, e li ha confrontati con i dati dell'epidemia influenzale raccolti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità di influenza no covid. Quanto dall'autore, Joseph Larsen, mi ha colpito molto:  "Sapere Che OGNI Malattia progredisce in modo Diverso significa Che i medici possono prima definire se si Tratti di COVID-19 o di Un'altra Malattia, Facendo Scelte Terapeutiche Migliori"   ESISTE una sequenza, dunque, che permette di capire che si è affetti da Covid? Ho direttamente tradotto dall'inglese l'intervista originaria ed ecco quanto emerge: Attraverso una  serie di simulazioni condotte al computer,  anche in  presenza di manifestazioni secondarie, come  mal di gola, mal di testa o spossatezza , la sequenza dei sintomi principale rimane il più delle volte inalterata. Larsen e colleghi hanno spiegato che il loro modello non va inteso come un diagnostico fai da te, ma può essere d'aiuto per decidere metodo ad esempio quando isolarsi preventivamente in attesa di uno screening. Per tutti i dettagli leggere la  ricerca completa .

Coronavirus e naturopatia:

Ferma restando, come sempre, quanto ci dice la scienza e la medicina, e quindi le eventuali cure prescritte dal medico, valgono anche qui, le linee guida sulla piramide alimentare della Oms, che ho esemplificato nel mio Blog.

Come posso rafforzare le difese immunitarie in modo naturale? Come scrivo a proposito delle influenze virali...

 

"... detto questo sarebbe importante, ferma restando quanto scritto, utilizza un programma per il  rafforzamento delle difese immunitarie  basato ad esempio, su  obiettivi ad ampio spettro : l'obiettivo, in questo caso,  è quello di mantenere l'organismo forte per mantieni un livello alto di cd4   .

Il primo integratore alimentare estratto da alimenti integrali, frutta e verdura ricca di carotenodi e clinicamente testato dai ricercatori del Ministero dell'Agricoltura degli Stati Uniti (USDA). E' stato dimostrato che protegge le cellule e può aiutare a rafforzare le cellule immunitarie. Il risultato dello studio è stato presentato presso la Federation of American Societies of Experimental Biology (FASEB) e pubblicato dall'American Journal of Clinical Nutrition.
 

E' stato anche testato dal Ministero della Sanità Americana che ha ospitato presso una clinica un gruppo di persone a campione per età, struttura fisica, stile di vita, estrazione sociale e sesso per controllare il loro  sistema immunitario

Indicando a 100 il valore medio, hanno iniziato a togliere a queste persone la frutta e la verdura e dopo un mese hanno constatato che il loro sistema immunitario era calato di 27 punti. Hanno somministrato alla metà di queste persone il beta carotene e il valore era salito di 10 punti, arrivando a -17. All'altra metà sono state somministrate 3 capsule al giorno del complesso carotenoide e dopo solo 10 giorni il loro valore aveva raggiunto il valore medio, superandolo dopo altri 10 giorni di 10 punti, totalizzando un incremento di 37 punti in 20 giorni.

Carotenoid Complex è stato il tema di numerosi convegni scientifici in tutto il mondo come alla New York Academy of Science. Ad ulteriore conferma della sua unicità, il prodotto è coperto da brevetto n. 2.274-235 rilasciato dalle autorità britanniche

 

Il legame tra Covid e raggi solari UV

Seppure la coincidenza statistica non comporti, un rapporto di causa-effetto i risultati dello studio, ha spiegato  Isaia intervistato da Le Iene , "sono coerenti con gli effetti possibili  contrasto della differenza UV solare sul effetto della diffusione alla diffusione del Coronavirus  e sue manifestazioni cliniche ".

Risulta infatti che la differenza nei raggi UV sia in grado di neutralizzare direttamente il virus e di favorire la vitamina D che, per le sue proprietà immunomodulatorie , potrebbe svolgere un ruolo antagonista dell'infezione e delle sue manifestazioni cliniche”. Secondo gli esperti non ci sarebbero sostanziali effetti collaterali nell'assumerla.

 

Lo studio è partito dall'ipotesi che l' evoluzione dell'epidemia  sia  influenzata anche dall'intensità delle radiazioni ultraviolette  solari.  Le regioni del Nord Italia, meno esposte, sono state non a caso più colpite dalla pandemia. Dallo studio emergerebbe come la diversa esposizione ai raggi UV solari sia in grado di arrivare fino all'83,2% nella popolazione italiana rispetto ai Paesi del Nord Europa.

In caso di scarsi livelli di vitamina D ci si può innanzitutto  esporre alla luce solare per quanto possibile , anche su balconi e terrazzi, e  mangiare cibi che la contengono , anche se sono pochi. Sotto controllo medico, poi, si possono assumere specifici preparati farmaceutici, come  integratori .

 

Per questo le linee guida suggeriscono ai medici base di prescriverla preventivamente per combattere il Coronavirus, ad  alcune categorie di persone quali  :

  • soggetti più fragili
  • già contagiato
  • congiunti dei contagiati
  • personale sanitario
  • anziani fragili
  • anziani nelle RSA
  • tutti coloro che per vari motivi non si espongono alla luce solare
  • persone in clausura.

Riportiamo un interessante articolo pubblicato su ansa.it : "Nella strategia di prevenzione del contagio da Sars-CoV2 è fondamentale analizzare i valori ematici adeguati di terapia D3 (perché sono direttamente correlati ad una risposta immunitaria), in supporto alla contro la malattia, nonché alla terapia della sindrome post-Covid, poichè la vitamina modulazione della risposta immunitaria della D contrasta la tempesta citochinica infiammatoria". Lo scrive la Società scientifica Sis 118 che ha documentato i dati emersi dalla presa in carico di alcune persone di pazienti Covid.
    "Aldilà delle svolte più determinanti sui parametri della riduzione delle forme centrali e della necessità della mortalità, di prevenzione che i pazienti positivi al Covid, con sintomatologia respiratoria acuta, si deteriorano al domicilio sviluppando livelli di insufficienza respiratoria così gravi da non essere responsivi alle cure intensive ospedaliere ", spiega Mario Balnelli, presidente della Si 118." Nel periodo compreso tra il 21 settembre ed il 21 novembre 2020 - aggiunge - nella stazione Covid della postazione medicalizzata fissa 118 dell'ospedale San Giuseppe Moscati di Taranto è stato documentato come nella totalità dei pazienti con polmonite acuta secondaria a polmonite interstizio-alveolare, deficit estremamente grave di vitamina D3,tanto più marcato più compromesse erano le condizioni quanto".
    "La vitamina D3 - chiarisce inoltre il presidente della Società scientifica - non è solo una quanto un vero e proprio ormone, che interviene nella regolazione della risposta infiammatoria sistemica, nella modulazione della risposta immunitaria sistemica, nei meccanismi di protezione contro il danno polmonare acuto (sindrome da distress acuto), nei sistemi di riparazione del polmone colpito da insulti infiammatori iperacuti quali la polmonite da Covid-19, di prevenzione della fibrosi polmonare in fase sindromica post-Covid-19”.

Una ricerca coordinata dal professor Sandro Giannini ( fonte la stampa ) dimostra che in pazienti fragili con altre patologie i decessi oi ricoveri in terapia intensiva vengono ridotti fino all'80 per cento. Il trattamento con  vitamina D  in pazienti con comorbilità  (l'insorgenza di una patologia accessoria durante il decorso di un'altra la patologia, ndr)  fa diminuire i decessi ei trasferimenti in terapia intensiva. Lo rivela uno  studio  coordinato dall'Università di Padova  con il supporto delle Università di Parma, di Verona e gli Istituti di Ricerca CNR di Reggio Calabria e Pisa e pubblicato sulla rivista Nutrients . I lavori scientifici sono in corso. 

 

Flavonoidi per prevenire la diarrea

I flavonoidi sono comuni in impianti ed in verdure. Alcuni dei flavonoidi più comuni includono la quercetina, il baicalin, il hesperetin, la luteolina, il gallocatechin e il epigallocatechin, che sono metaboliti secondari degli impianti. Catturate insieme, queste sostanze sono considerate agenti antiossidanti, antinfiammatori ed antimicrobici.

I flavonoidi possono anche aiutare ad amplificare il sistema immunitario per evitare le infezioni, poichè sono stati trovati per inibire alcuni enzimi che sono importanti per la replica SARS-CoV-2.

Nello studio, il gruppo ha rivelato che i vovonoidi, specialmente epigallocatechin-3-gallate trovato in tè verde, con vitamina D3, possono attivare il fattore di trascrizione Nrf2. L'attivazione di fattore di trascrizione Nrf2 dell'espressione dei downregulates ACE2 successivamente dalle superfici cellulari.

In termini di diarrea di COVID-19-indotta, i flavonoidi egualmente hanno il potenziale di affettare COVID-19 e la diarrea di facilità. La quercetina, il flavonoide più popolare, è stata indicata per impedire l'interazione della proteina della punta SARS-CoV-2 e del ricevitore ACE2 e per sopprimere gli indicatori infiammatori.

Oggi, il ruolo esatto dei flavonoidi contro la diarrea di COVID-19-indotta è ancora preliminare. Di conseguenza, rimane una necessità per gli studi preclinici e clinici più ulteriormente di esplorare la piena capacità di questi composti contro diarrea indotta da COVID-19.

Riferimento del giornale:

 

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